Learning to Fly

Un metodo alternativo per imparare a pilotare bene un drone.

Per imparare a pilotare bene un drone non serve un drone, perchè l’ideale è un elicottero con swash plate a passo fisso, ovvero a quattro canali radio: due per la gestione dello swash (movimenti di traslazione), uno per il rotore di coda (timone), e uno per il throttle (acceleratore, per salire e scendere).

Per essere molto chiari, questi elimodelli hanno un solo rotore principale (non due in controrotazione) e un rotore di coda con asse orizzontale (e non verticale come capita con i modelli controrotanti). La differenza è abissale: gli elicotteri con rotori controrotanti sono giocattoli per bambini, i 4ch con swash plate, benchè non acrobatici, richiedono una certa perizia nel condurli.

Importante: anche il volo con un elimodello necessita di assicurazione.

L’elicottero a passo fisso ha un comportamento molto simile al drone, ma è più reattivo e richiede un discreto grado di coordinazione dei comandi.

Per coerenza in questo articolo chiamerò ‘ciclico’ il comando che comporta traslazioni orizzontali dell’elicottero, e ‘collettivo’ il comando che lo fa salire e scendere.

Perchè spendere soldi in un elimodello? Ci sono varie motivazioni, e tutte atte all’affinamento degli skill di pilotaggio:

  1. nessun controllo di altezza: spetta al pilota gestire il livello di throttle per evitare di schiantare l’elicottero;
  2. nessun ausilio sul timone: il giroscopio mitiga i movimenti di imbardata, ma il controllo definitivo resta al pilota;
  3. nessun ausilio sull’inclinazione, per quanto sia limitata fisicamente dal passo fisso dell’elica: il pilota impara ad essere delicato sui comandi, perchè movimenti eccessivi portano l’elicottero ad improvvise accelerazioni e perdite di quota; ad esempio un brusco movimento del comando ciclico in avanti abbassa il muso dell’elicottero, portandolo ad accelerare ed eseguire una picchiata, cosa che farebbe anche un drone, se non avesse il controllo sull’inclinazione;
  4. niente gps: quindi nessuna stabilizzazione in hovering, nessun tipo di volo automatico; un po’ di vento fa scarrocciare l’eli;
  5. nessun mix di canali radio: per effettuare una virata occorre agire sul ciclico e sul timone per inclinare l’elicottero e farlo imbardare, e sul throttle per non perdere quota; il mix corretto di questi comandi porta a una virata coordinata (ovvero quel tipo di virata che, in aereo, non fa versare il caffè dalla tazzina);
  6. nessun sensore per gli ostacoli, che andranno evitati manualmente.

Un elicottero ragionevole può essere il Blade 70 RTF, o simile; RTF significa Ready To Fly, ovvero nella scatola c’è tutto quello che serve per volare.

Gli elicotteri con swash plate a passo fisso sono semplici da pilotare, decisamente stabili, ma più difficili rispetto a un drone.

Una delle differenze principali è nel mix dei canali radio; questa funzionalità permette, tramite l’attivazione di un singolo comando (esempio: ciclico in avanti), di aumentare autonomamente anche il throttle, quindi evitare che il drone perda quota quando si inclina in avanti (per approfondire leggi l’articolo Come vola un drone).

L’assenza di automatismi di volo implica che tutte le correzioni siano fatte manualmente, pratica che fa accrescere le skill di volo molto velocemente.

Un drone in modalita attitude ha comunque attivi alcuni automatismi, quali il controllo dell’altezza e la protezione da eccessiva inclinazione, cose inesistenti in un eli 4ch.

Dopo aver pilotato un elicottero, il drone risulta estremamente semplice da condurre.

Esercizi di volo

Qui di seguito propongo alcuni esercizi da fare con l’eli o con il drone.

L’ideale, se si usa un drone, è eseguire le manovre in modalità attitude, anche chiamata ATTI.

Hovering

Questo esercizio consiste nel sollevare l’eli da terra e mantenerlo in volo stazionario. Il drone fa questa manovra in autonomia, l’eli no. Una manovra banale come l’hovering può essere difficile con un elicottero.

All’inizio l’hovering va fatto con la coda verso il pilota, in modo che i comandi siano intituivi, in seguito lo si può ruotare di 180 gradi, cosa che rende i comandi apparentemente invertiti.

Usando un drone, se questa manovra viene eseguita in modalità attitude l’esercizio non serve a nulla.

Quadrato

La versione più semplice è disegnare un quadrato in aria mantenendo la prua dell’elicottero sempre nella stessa direzione, agendo quindi solo sul comando ciclico, ed effettuando le opportune correzioni sul throttle, per mantenere l’altezza costante.

In seguito il quadrato andrà eseguito facendo una virata coordinata ad ogni angolo per mantenere la prua nella direzione di volo.

Ulteriore step è fare questa manovra andando in dietro (ovviamente si parla di multicotteri, non di velivoli).

Cerchio

Il cerchio va fatto eseguendo una costante virata coordinata, per mantenere la prua sempre nella direzione di volo. In realtà è una manovra piuttosto semplice, perchè una volta trovata la corretta posizione di ciclico, collettivo e timone, non serve più modificarle.

Otto

Un otto fatto bene non è una manovra facile. L’otto è composto da due cerchi opposti (quindi due virate coordinate consecutive in direzione opposta). Nel punto di tangenza dei cerchi occorre virare dalla parte opposta.

La figura a ‘J’

Si porta l’eli a una certa distanza, poi lo si volta verso il pilota e lo si lancia in volo traslato.

Quando l’eli è in prossimità del pilota, mantenendo le distanze di sicurezza, si effettua una virata coordinata a sinistra o destra di 180 gradi, in modo da formare una J piuttosto tonda, quindi si termina in hovering , ed eventualmente si atterta.

Frenata

Si porta l’eli in moto traslato in velocità ad altezza costante, quindi lo si frena per fermarsi in hovering.

Pe frenare non è sufficiente portare il ciclico in posizione neutra, lo si deve portare in dietro, in modo da alzare il naso dell’eli ed invertire la componente orizontale della spinta.

Se il concetto di spinta non ti è chiaro leggi l’articolo Come vola un drone alla sezione Volo Traslato.

E’ importante sapere che con un eli (e non con un drone) invertire il ciclico da moto traslato in avanti a moto traslato in dietro comporta una cabrata; per mantenere costante l’altezza occorre quindi ridurre leggermente il throttle durante tutta la frenata. Ovviamente a fine manovra bisogna alzare nuovamente il throttle per mantenere la quota.

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